Soggetto
‘Er Più – Storia d’amore e di coltello’ è un film del 1971, con la regia di Sergio Corbucci, ispirato alla figura di Romeo Ottaviani, famoso bullo romano detto “er Tinèa” o “er più de Trastevere”, vissuto a cavallo tra Otto e Novecento. All’intero del frigidarium della Villa dei Quintili, al V miglio della via Appia Antica, si sta svolgendo un brindisi per una delle tante battute di caccia alla volpe, che periodicamente si organizzavano nella campagna romana tra il XIX e i primi anni del XX secolo.
Improvvisamente scoppia una vera e propria sassaiola tra due fazioni di bulli romani. Nino Patroni, Er Più di Borgo (Adriano Celentano), con un amico e con il cognato Antonio Cerino detto “Totarello” (Ninetto Davoli), sono costretti alla fuga rincorsi da una muta di cani. Durante la rocambolesca ritirata i tre attraversano il giardino della villa, compreso tra la parte residenziale e l’ingresso posto sulla via Appia Antica, attraversano le arcate dell’acquedotto che alimentava la grande tenuta, per poi entrare in una cisterna di raccolta delle acque e tuffarsi infine in un piccolo stagno. Visibile ancora oggi, lo stagno riveste un notevole interesse naturalistico perché nei pressi crescono piante piuttosto rare nell’area romana quali l’Angelica, la Pastinaca, l’Altea e la Lisimachia. Lo specchio d’acqua è da secoli legato all’immaginario del V miglio dell’Appia Antica ed è immortalato in stampe e disegni già dal ‘500. Si tratta in realtà di una piscina artificiale sommersa, alimentata da un complesso sistema di pozzi e cisterne. La scena si conclude presso il monumentale ninfeo che fiancheggiava l’ingresso della Villa dei Quintili accrescendo la maestosità del complesso con grandiosi giochi d’acqua. Sulla struttura romana, fortificata in età medievale, si arrampica Er Più, per poi cadere rovinosamente sotto gli occhi di Rosa Turbine (Claudia Mori).
Regista
Sergio Corbucci
Anno
1971