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Soggetto
Il brano qui proposto, girato lungo la via Appia Antica, è tratto da La banda degli onesti, film del 1956 diretto da Camillo Mastrocinque con Totò, Peppino De Filippo e Giacomo Furia. I tre amici, venuti in possesso di un cliché rubato, decidono di fabbricare banconote false ma Antonio (Totò), saputo da suo figlio finanziere che la polizia era sulle tracce dei falsari, convince i suoi complici a desistere dall’impresa. In realtà nessuno dei tre aveva avuto il coraggio di spendere una sola delle banconote fabbricate e, datisi appuntamento di notte lungo la via Appia Antica, decidono di allestire un falò per distruggere le banconote false e la valigia con i cliché.
Nella scena finale Antonio Bonocore (Totò), Giuseppe Lo Turco (Peppino De Filippo) e Cardone (Giacomo Furia) si trovano al V miglio della via Appia Antica dove il rettifilo assume un andamento leggermente curvilineo per rispettare le Fossae Cluiliae, il punto che segnava il confine tra il territorio di Roma e quello di Alba Longa e dove sarebbe avvenuto lo scontro tra gli Orazi e i Curiazi. I tre amici, lasciatisi alle spalle un tumulo di età tardo repubblicana, sormontato da un corpo cilindrico in muratura, che la tradizione definisce tomba dei Curiazi, si vanno a sedere presso un monumento chiamato semplicemente “Laterizio I”. Si tratta di un edificio funerario a due piani interamente rivestito in mattoni caratterizzati da un’elegante bicromia. Questo modello funerario tipico del II secolo d.C., è stato interessato dai restauri di Luigi Canina avvenuti alla metà del 1800, che ha murato in facciata numerosi frammenti marmorei, poi scomparsi e nel 1999/2000 reintegrati con travertini moderni che hanno occupato i vuoti lasciati dai furti. Il cancello in ferro alle spalle dei tre “soci” chiude quella che in antico era la cella funeraria del sepolcro. Dietro al falò sono visibili il nucleo in calcestruzzo di un sepolcro circolare su cui si è innestata una costruzione medievale in materiale di reimpiego e, sullo sfondo, il sepolcro “Laterizio I” affiancato da un’altra tomba in cortina di mattoni, sormontata da una torretta medievale.
Regista
Camillo Mastrocinque
Anno
1956