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Soggetto
Il filmato è tratto dalla commedia a episodi del 1954, diretta da Alessandro Blasetti, Tempi nostri – Zibaldone n. 2, e in particolare dall’episodio “La macchina fotografica” con Totò (Dionillo, il gagà) e Sophia Loren (la ragazza). La scena, girata in studio, ricostruisce un’ambientazione tipica dell’Appia Antica con i caratteristici cipressi e i pini marittimi, molti dei quali piantumati tra il 1909 e il 1913 da Antonio Muñoz, ispettore della Regia Sovrintendenza ai Monumenti, e sullo sfondo gli acquedotti romani e il mausoleo di Cecilia Metella. Totò e la Loren recitano tra ricostruzioni di monumenti antichi, basi di statue, are funerarie e bassorilievi.
La ricostruzione del grande sepolcro, posto alle spalle dei protagonisti, ha sicuramente avuto come modello la tomba di Hilarus Fuscus presso il IV miglio della via Appia Antica. Lo scenografo ha riproposto la facciata in mattoni realizzata dall’architetto e archeologo piemontese Luigi Canina che, tra il 1850 e il 1853, realizzò, per volontà di papa Pio IX, una grandiosa opera di recupero dei primi sedici chilometri della via Appia, rimettendone in luce il tracciato e restaurando molti sepolcri che la fiancheggiavano. Sulla muratura in mattoni antichi, riscostruita dal Canina, sono stati murati diversi frammenti marmorei rinvenuti nei pressi e un grande rilievo funerario ripartito in tre nicchie, con i busti di cinque personaggi ritratti frontalmente. L’originale è conservato nella sede delle Terme di Diocleziano del Museo Nazionale Romano, mentre sull’Appia ne è esposta una copia in cemento. L’iscrizione che riportava il nome di Hilarus Fuscus è purtroppo scomparsa, sorte che è toccata a molti dei frammenti marmorei che Canina aveva esposto sulla strada nel tentativo di offrire un vero e proprio museo all’aperto.
Regista
Alessandro Blasetti
Anno
1954