Nella Geografia di Strabone (64 o 63 a.C. – tra il 21 e il 24 d.C.), dati l’argomento e il contenuto dell’opera, vi sono numerosi riferimenti alla Via Appia. Nel passo riportato, in particolare, viene proposto un elenco di città che si trovano lungo l’antica e nota strada: Terracina, Formia, Minturno, Sinuessa, Taranto e Brindisi. In particolare, l’autore evidenzia come, nei pressi di Terracina, chi si dirige a Roma si trovi ad attraversare un canale navigabile che si snoda accanto alla strada, percorso dai viaggiatori perlopiù di notte (si imbarcano di sera e sbarcano al mattino, per poi proseguire sulla via per il resto del percorso). Come nel racconto oraziano dell’iter Brundisinum (diverse sono le analogie riscontrabili), la piccola imbarcazione è rimorchiata da un muletto.
Strabone, Geografia, 5.3.6: “Dopo il Circeo, a 100 stadî, c’è Terracina, prima chiamata Trachine per la sua reale configurazione. Di fronte ad essa c’è una grande palude formata da due fiumi: il maggiore si chiama Ufente. Là per la prima volta la via Appia, che va da Roma fino a Brentesion e che è la via più percorsa, raggiunge il mare: di queste città costiere essa non tocca che Terracina, successivamente Formiae, Minturnae, Sinuessa e, infine, Taranto e Brentesion. Vicino a Terracina, per chi va in direzione di Roma, la via Appia è affiancata da un canale alimentato in molti luoghi da acque stagnanti e da fiumi: vi si naviga soprattutto la notte, cosicché i viaggiatori viaggiano dalla sera alla mattina presto e procedono per il resto del viaggio sulla strada, ma anche di giorno. Un mulo rimorchia il battello.” (traduzione dall’ed. a cura di Anna Maria Biraschi)
Collocazione
Universiteit Gent Universiteitsbibliotheek
Crediti
Google Books, Universiteit Gent Universiteitsbibliotheek
Bibliografia
Strabone. Geografia. L’Italia (Libri V-VI), a cura di Anna Maria Biraschi. Testo greco a fronte, Milano 1988.
Strabonis Geographica recognovit Augustus Meineke, Volumen primum, Lipsiae 1852.